Con la fine del supporto ufficiale alla piattaforma Magento1 si è arrivati forse al capolinea nella vicenda M1 vs M2 .
Nell'ultimo triennio abbiamo assistito ad un gioco delle parti: da un lato la volontà di Adobe (proprietaria di Magento), di chiudere per lei il poco remunerativo Magento1 e spingere Magento2 soprattutto nella versione “enterprise” rinominata “Adobe Commerce Cloud”, quest'ultimo con dei costi di licenza veramente proibitivi.
Dall'altro ci sono sia i proprietari di siti sviluppati in Magento1 (specialmente quelli medio piccoli), che non possono permettersi investimenti onerosi per Magento2 unitamente a quella grande schiera di aziende e sviluppatori Magento, che hanno ancora in Magento1 il 90% del loro mercato in moduli e personalizzazioni.
Partiamo dall'inizo
Mi ricordo quando nel 2008, un gruppetto di sviluppatori web che da li a breve avrebbero fondato StudioZeroPixel, hanno fatto la prima installazione Magento1 (versione 1.1.o 1.2) alla ricerca del software Open Source su cui basare i propri sviluppi ecommerce.
Ci siamo! Abbiamo esclamato.
Magento1 si è subito dimostrato al di sopra degli standard, ma per molti aspetti è stato ed è un software controverso, perchè ha diverse letture.
Tecnologia & Complessità
Pur essendo un CMS Open Source, non lo puoi assolutamente paragonare ad un WordPress o simili.
Infatti molti progetti rimangono orfani e molti sviluppatori rimangono scottati perchè ne sottovalutano la complessità.
Di fatto è uno strumento Open Source, complesso, molto performante e che ha gareggiato e vinto con molte soluzioni proprietarie, blasonate e costose.
Costi di gestione
Dall'altro canto, tornando al paragone con i CMS Open Source, in molti ne hanno criticato gli eccessivi costi di manutenzione e sviluppo. Soprattutto da parte di clienti medio piccoli, che hanno voluto equipararsi, almeno lato tecnologia, con i big dell'ecommerce mondiale.
Da ultimo, senza costi di licenza potevi creare progetti complessi per aziende leader con dei budget relativamente bassi. Questo ha modificato la percezione dei costi anche su progetti medio grandi.
Distorsione nella valutazione economica dei progetti ecommerce
Dopo tanti anni di esperienza su Magento1 si era in grado di vendere un progetto, anche molto complesso ad un prezzo irrisorio, creando una distorsione nel mercato che ha creato più danni che benefici.
Instillando la percezione (in parte vera) che chiunque poteva permettersi un sito ecommerce tecnologicamente “top di gamma”.
Ritorno alla normalità
Come le catastrofi naturali che arrivano a riequilibrare distorsioni climatiche, con la fine di Magento1 e l'arrivo di Magento2 si è cercato da parte di Adobe e del “mainstream” di rimettere ordine nel valore delle cose.
Questo sicuramente a discapito del medio e del piccolo che avranno sempre meno spazio anche dal lato tecnologico e non solo pubblicitario.
Magento2 è il tentativo di ristabilire una gerarchia tra i progetti, diventando un software di elite oltre che nelle funzionalità (lo era anche M1), ma soprattutto nel prezzo, alzando di molto il valore minimo di ogni progetto. Questo vale sia per la licenza della versione enterprise, sia per le "customizzazioni" della versione community.
Magento1 aveva creato un vero scompiglio tecnico, commerciale e filosofico all'interno del mondo Open Source e non solo.